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Il problema della candela: perché siamo tutti stupidi

Il problema della candela: perché siamo tutti stupidi

Il problema della candela è un esperimento condotto dallo psicologo Karl Duncker. È un po’ datato, ma i riscontri sono ancora molto attuali. Esperimenti simili hanno gli stessi risultati anche oggi. Vediamo di cosa si tratta.

Il problema della candela

L’esperimento consiste nel presentare pochi oggetti a un gruppo di persone, e chiedere la risoluzione di un problema. Abbiamo un tavolo su cui sono disposti una candela, un pacchetto di fiammiferi, e una scatola di puntine. Bisogna riuscire quindi ad accendere la candela senza che questa sporchi il tavolo con la cera sciolta. Come si fa?

La maggior parte dei partecipanti non riuscì a superare il test. Mi immagino queste persone a sbrodolare cera qua e la mentre tentano di ergere in verticale la povera candela.

Come spesso capita la soluzione è molto semplice e c’è l’abbiamo sotto il naso. Basta vuotare la scatola, attaccarla al muro con due puntine per usarla come porta-candela. Incollarla ad essa con un po’ di cera, accendere la miccia e il gioco è fatto. Fino a quando la piccola scatola viene interpretata soltanto con la funzione di contenere le puntine, sarà difficile servirsi di essa in altri modi. E questo succede un po’ per ogni cosa che ci circonda.

Questo automatismo di pensiero che coinvolge un po’ tutti prende il nome di fissità funzionale, che ho già introdotto nel grande articolo dei bias. Se non l’hai già fatto ti consiglio di recuperarlo. Troverai una lista dei bias che ritengo più interessanti. Questo che stai leggendo è proprio un approfondimento dei numerosi bias cognitivi elencati.

Articolo consigliato: Tutti i tipi di euristiche e bias cognitivi e cosa sono nello specifico.

Cos’è l’intelligenza?

Come dice il nome, la mente si fissa su un particolare ed esclusivo utilizzo degli oggetti. Ma non riguarda soltanto gli oggetti bensì tutta la realtà. Il problema della candela è un esempio che ci fa capire che siamo tutti stupidi. Lo ammetto il titolo è provocatorio. Dal mio punto di vista però non lo è poi così tanto. (Intendo la stupidità in modo diverso dal comune).

Ispirandomi anche alle parole di Zeland, la stupidità non è un livello scadente di intelligenza, perché l’intelligenza non si può misurare così facilmente. Quando facciamo cose stupide è perché siamo poco consapevoli di noi stessi e delle circostanze. Invece quando pensiamo e ci comportiamo in modo più intelligente la consapevolezza, l’essere svegli e attenti è una costante.

Quindi l’intelligenza si può definire in base al livello di consapevolezza, che, attenzione, non rimane sempre il medesimo, ma cresce e cala durante la giornata e durante i diversi periodi della vita. Si comprende che più siamo capaci di mantenerci consapevoli della realtà, di quello che succede, dei cambiamenti ecc. e più siamo intelligenti. E qua ritorniamo a uno degli argomenti centrali di questo blog. Che cosa può mantenere la consapevolezza sempre ad alti livelli, ossia svegli per la maggior parte del tempo?

Perché le persone commettono sempre gli stessi errori? Effetto einstellung e fissità funzionale

La realtà è una. Se un gruppo di amici vede un gatto cadere dalla finestra e poi, anni dopo, riparlando dell’aneddoto, uno di loro rivaleggia dicendo che si trattava di un cane, non si può parlare di un diverso modo di interpretare la realtà. Cioè, certo che ognuno interpreta la realtà in modo diverso dagli altri, ma quel giorno è stato un gatto a cadere dalla finestra, quindi la persona che ricorda un cane, in quel frangente è stato poco vigile, meno consapevole, cioè più stupido.

Questo esempio descrive perfettamente l’effetto Einstellung, che va a braccetto con la fissità funzionale spiegata nell’esperimento della candela. In breve, questo dice che ognuno dei nostri cervelli computa informazioni dissimili dagli altri, e questo perché ognuno processa ciò che percepisce. Prima percepiamo poi elaboriamo, quindi i cambiamenti d’interpretazione dipendono da quanto da come e da cosa percepiamo rispetto ad altri. E questo dipende dall’attuale grado di consapevolezza. Non è la stupidità che ci fa cadere sempre negli stessi errori ma una situazione di dormiveglia che è divenuta la normalità.

Riguardo l’episodio del gatto, nessuno del gruppo racconterà perfettamente la stessa storia, e possiamo ascoltare informazioni totalmente contrastanti, come il cane al posto del gatto.

A proposito di gatto, non perderti questo articolo che parla proprio di quando un gatto è apparso nella mia realtà dal nulla.

Sempre e ancora radici

Cosa c’è allora alla base? Cos’è che riesce a mantenere a un grado accettabile e costante di consapevolezza? È l’energia, il vigore vitale, quella voglia di vivere di fare, di sperimentare, di esplorare la realtà, di fare esperienze nuove. Quello slancio che ogni persona vede defluire in pochi decenni o anni.

Seguitemi ancora, non mi ripeterò sul discorso dell’energia vitale, chi si fosse perso questi contenuti può recuperarli dopo aver concluso la lettura. Per una comodità ne linko alcuni di seguito. E per una comodità ulteriore informo il lettore che esiste anche l’ebook di tutto il progetto per una lettura più classica.

Cos’è l’energia interiore? Come sapere se ne hai abbastanza? L’energia è alla base dei lavori creativi.

Il problema non è la fissità in sé

Voglio focalizzarmi sul discorso della fissità funzionale e del suo rapporto con l’energia. Il messaggio fondamentale del grande articolo sui bias dice che questi non sono errori, ma modelli di pensiero. Questi si rinforzano e diventano abitudini, il tutto col fine del risparmio energetico. Il cervello non può rivalutare continuamente tutto da zero, e non può prendere decisioni ogni volta da zero. A questo serve la memoria e i modelli di pensiero. Non possiamo, ogni qual volta prendiamo in mano un paio di occhiali, valutare tutti i suoi possibili utilizzi, capite? Ciò che è limitante non è il modello di pensiero ma una mancanza di fluidità tra i vari modelli, una carenza di versatilità mentale e malleabilità. Dunque la fissità funzionale è una “strategia” del cervello che possiamo considerare positiva, fino a quando però siamo in grado di emanciparci da essa quando serve.

Il problema è proprio una fissità che non riesce più ad ammorbidirsi. Vivendo in una costante carenza di energia è chiaro che la nostra mente cercherà sempre di appoggiarsi a schemi già conosciuti. Senza quell’energia necessaria non riusciamo a concepire nuovi utilizzi, strategie diverse. Siamo, in sostanza, più lontani dalla realtà, e viviamo una vita composta da abitudini passate.

Consapevolezza modaiola e momentanea

Per essere più consapevoli a mio parere non basta seguire corsi di meditazione, scaricare quell’app dedicata o altre soluzioni simili. Senza energia è impossibile. Parlo di questo perché ho vissuto entrambe le situazioni. Ho già fatto capire la situazione di mancanza energetica, dove il problema della candela è utile a comprendere quale può essere la qualità di vita di una persona annebbiata dalla fissità. Invece, quando disponiamo di energia vitale è tutto in discesa.

Ora come ora credo di essere ai miei minimi storici dell’ultimo decennio, ma ricordo come tutto fosse in discesa (quando il livello è alto). Trovavo con incredibile facilità soluzioni a problemi che magari oggi mi verrebbe automatico definire troppo complessi. E spesso quelle soluzioni erano veramente sotto il mio naso, letteralmente. Cos’è successo allora? Ora sono più stupido? Certo che lo sono, eppure ho appreso cose nuove in questi ultimi anni, da cosa dipende? Ci sono molti fattori in gioco, uno dei più importanti è di certo l’andamento generale della società. Negli ultimi due anni la qualità della vita si è deteriorata drasticamente. A un cambio dello stile di vita corrisponde sempre un cambio del livello energetico, da qua non si scappa.

Tutto comincia dall’energia

Per saldare questo concetto nella mente voglio aiutare il lettore con questo piccolo schema:

ENERGIA → CONSAPEVOLEZZA → INTELLIGENZA → VERSATILITÀ MENTALE

In questo modo la vita diventa godibile, non una lotta perenne. In questo modo si diviene geniali, e gli obiettivi a portata di mano. Il genio non è l’individuo più intelligente, ma quello che è consapevole del modo più intelligente di lavorare con costanza.

Se ancora non si è capito, se si ambisce a questa versatilità mentale e se non vogliamo essere come la maggior parte dei partecipanti al test della candela, dobbiamo dare importanza alla radice e non alle foglie. Energia prima di tutto, il resto lo prenderemo con semplicità.

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