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Popper e falsificazionismo: la scienza non è certa

Immagine Popper e falsificazionismo: la scienza non è certa

Oggi voglio farti conoscere il falsificazionismo di Popper e trarre alcune conclusioni. Prima di cominciare voglio farti sapere che non sono un antiscientifico, un complottaro che deve schierarsi per forza sul lato opposto dell’informazione comune o della scienza classica. Quello che cerco di fare con questo articolo è sottolineare quel male sempre presente nella vita del singolo: l’identificazione. Oggi le nuove generazioni sono sempre più assoggettate a questo nuovo “Dio” e si affidano in modo religioso agli studi scientifici, senza però tener conto dei presupposti di questi.

Se vivo in Alaska tutto il mondo è coperto di neve

Karl popper è stato uno degli uomini più prestigiosi del suo secolo riguardo alla filosofia della scienza (epistemologia). Il filosofo nega che il rigore logico della scienza sia induttivista, e per chi non conoscesse il significato del termine lo spiego brevemente con un esempio.

In vita mia ho visto solo mele rosse e da ciò traggo che tutte le mele siano di colore rosso.

Molte investigazioni che si considerano scientifiche agiscono in questo modo: oltre che a smembrare il contesto, prendono una parte, ne cambiano l’habitat. Questo diventa uno sterile laboratorio, e gli scienziati giungono a conclusioni che non tengono conto dell’insieme. Ma andiamo con ordine.

Su Popper e falsificazionismo ci sarebbe molto da argomentare ma non è questa la sede adatta. Cercherò allora di condensare il tutto in modo che risulti comprensibile ma non troppo esteso. Vediamo alcuni dei maggiori principi su cui si regge la tesi falsificazionista.

Popper e falsificazionismo - Principi

Tutte le teorie scientifiche sono fallibili per loro natura

Sembrerebbe un’eresia bella e buona agli occhi del so tutto io di turno che, sorretto dalla scienza in generale, ripete ciò che ha sentito o letto senza una valutazione propria. Tuttavia questa è la natura delle teorie scientifiche. Vedremo il perché in seguito.

Se la conoscenza non può mai essere certa non può che essere provvisoria

Questo punto da man forte al precedente, e lo si può comprovare con un semplice sguardo al passato. Quante volte è accaduto nella storia che una teoria scientifica ritenuta indiscutibile è stata sdoganata da una nuova?

Se una teoria scientifica viene ritenuta ineccepibile, allora non è scientifica

Anche in questo caso il principio è strettamente collegato ai due precedenti. Vedremo tra poco che la teoria che si definisce scientifica deve sempre essere considerata discutibile, e il perché.

Un’enunciazione non scientifica può essere metafisica, ma non per questo è necessariamente inutile

Non a caso, Popper, fu il primo a elaborare il concetto di pseudo-scienza, definiti sistemi di credenze alle quali non possono essere imposti limiti di applicabilità. Per riportare un esempio tratto da una mia considerazione personale, gli studi sull’alimentazione potrebbero considerarsi figli di una pseudo-scienza. anche se esistono peseudo-scienze ben più tali, come ad esempio la grafologia o la cristalloterapia. Se si indaga a fondo, ci si accorge che questi studi sono agli antipodi del metodo scientifico, il quale prevede a una data causa sempre lo stesso effetto. Ma in questo settore, quello dell’organismo umano, le cause e le variabili e gli intrecci sono così differenti da un caso all’altro che risulta utopico delineare uno schema perfettamente scientifico.

In sintesi, Popper ha creato una sorta di paradosso nel mondo scientifico, dove la scienza, per sua natura, dovrebbe delineare dei metodi sperimentabili e sempre ripetibili, ma anche essere sempre provvisori e discutibili. A rigor di logica, una teoria che non è vulnerabile non può essere considerata scientifica.

La tesi falsificazionista

La teoria scientifica deve prevedere sempre un severo controllo sperimentale, ed io qua, mi domando: chi controlla il controllore? Ma questa è una frecciatina che rischia di prendere la strada dell’off topic, meglio tornare in carreggiata. Non vorrei, anche se conscio della mia premessa, essere frainteso. Se questo non bastasse voglio citare e linkare alcuni miei articoli precedenti per non rischiare di venir confuso con gli haters della scienza: Le balle sull’energia spirituale: si tratta solo di consapevolezza e Percorso spirituale? Non c’è nulla di spirituale.

Per spiegare al meglio la tesi ci serviremo di questo schema. Mi rendo conto che la questione non è ancora così chiara, ma questo perché non ancora conclusa.

Popper e falsificazionismo - Schema

Popper e falsificazionismo - Schema
Abbiamo un problema: In un determinato tratto stradale (una curva) si ha un notevole numero di incidenti e uscite di strada.
La congettura teorica dice: dopo vari sopralluoghi, questo succede perché l’asfalto è vecchio e consumato, riducendo di molto l’attrito col pneumatico.
La predizione è la seguente: riasfaltare il tratto di strada per diminuire sensibilmente gli incidenti o azzerarli.

Teoria popperiana esemplificata

A questo punto ci deve essere la falsificazione della predizione, che deve essere prima logica e poi empirica. Un tipo di scienza induttivista invece cerca sempre dati che confermino una teoria auspicata, in cui si sono spesi ad esempio molti fondi.

È inutile quindi impreziosire il nuovo tipo di asfalto, che si dice essere più performante rispetto al precedente ecc. quando il numero di incidenti rimane invariato o cambia in modo esiguo.

Come si vede dallo schema, se la predizione viene falsificata si deve ritornare a una nuova congettura teorica. Se invece gli incidenti diminuiscono, e la predizione risulta esatta, si deve comunque ritenere quella teoria falsificabile per fare nuove predizioni. Questo perché, dopo aver scoperto che la causa non era l’asfalto vecchio, si è visto che la zona è quasi sempre invasa da un filo di nebbia che rende difficile la visibilità. La curva spunta all’improvviso e la velocità dopo il rettilineo è troppo sostenuta, così il cartello posto 300 metri prima con limite a 50 km orari, e il cartello seguente che indica una curva pericolosa possono risolvere il problema.

A questo punto, la predizione deve rimanere falsificabile e non divenire dogmatica, perché gli incidenti sono si calati, ma restano sempre molto più alti della media a differenza degli altri tratti stradali. Solo alcuni anni dopo si scoprirà che la strada in questione, essendo situata in un ponte dove al di sotto scorre perennemente un corso d’acqua, specialmente la notte viene coperta da uno strato saponoso che fa uscire di strada le vetture.

Popper e falsificazionismo, la teoria gentile ma robusta

Questo intende evidenziare Popper col falsificazionismo e col prendere le distanze da un atteggiamento induttivista. La conoscenza aumenta quando si sconvolgono le convinzioni passate per avvicinarsi progressivamente alla verità (mai completa).

Dal suo canto, non è importante partire senza pregiudizi, cosa impossibile se ci pensiamo, poiché ogni nostra investigazione è sempre influenzata dalla nostra soggettività, dalla nostra psicologia. Dunque è impossibile partire senza pregiudizi ma non senza giudizi che definiamo temporanei e dunque sperimentalmente verificabili.

Da questa consapevolezza arriviamo a una delle più importanti conclusioni del filosofo. Le teorie che possono essere considerate eccellenti sono quelle che possiedono una natura gentile quanto robusta. Nel senso che possiedono cinta murarie che non precludono l’indagine, ma che resistono a questa in modo fermo. Sono, in sostanza, quelle più vicino al vero, ma allo stesso tempo devono essere considerate falsificabili e resistenti ai controlli.

Se la vivi puoi sbagliare, e se non sbagli sarà tua per sempre

Credo si sia capito che, nel riportare il falsificazionismo e le argomentazioni di Popper, ho voluto focalizzarmi proprio sulla questione del falsificabile. Non ho di certo voluto mettere in discussione la robustezza delle regole ritenute scientifiche, dicendo ad esempio che non sono vere, tuttavia dobbiamo sempre tenere a mente che sono pur sempre falsificabili.

Questo è importante, non tanto per rinnegare i testi scientifici e passare (alla prossima identificazione) a quelli mistici, quanto per non credere più in modo religioso ad essi. Lo sviluppo di un pensiero critico è la base di una vita degna di essere vissuta. Molte volte è meglio riflettere in modo autonomo e rivedere una teoria ritenuta vera. C’è un rischio superiore di cadere in errore, è vero, ma quando questo non succede ciò che abbiamo appreso lo abbiamo vissuto, non solo letto. E quando viviamo appassionatamente una cosa la ricorderemo per il resto della vita.

Articolo consigliato: A cosa serve la filosofia? Te lo spiega un ignorante.

Noi crediamo sempre alla verità…

C’è bisogno di equilibrio, sempre e comunque: così come il medioevo avrebbe avuto bisogno di nozioni scientifiche, oggi abbiamo bisogno di non ritenerle il nuovo “Dio”. In merito a questo ho scritto un articolo molto più argomentativo che ti linkerò alla fine di questo scritto.

Ho vaghi ricordi di un aforisma, se non ricordo male di Bacone, che affermava che la verità si lascia scoprire in modo più semplice dall’errore piuttosto che dalla confusione. Scusate se le parole non sono precise, ma il senso lo si comprende senza difficoltà. Quindi, ritenere una teoria scientifica fallibile significa ritenere implicito l’errore, cosa che non molti scienziati fanno oggi. Come scrive Harari in Homo Deus: Noi crediamo sempre alla “verità”: soltanto gli altri credono alle superstizioni. E questo succede in maggior misura nel campo scientifico. In fondo, ad oggi è il settore più autorevole e certo, e perciò quello più a rischio di manie di onnipotenza.

La pozza della conoscenza contiene tutte le risposte… E la più frequente è NO! (MTG)

Gli stessi precetti del falsificazionismo popperiano ci mostrano come in passato gli scienziati avevano torto, ma avere torto non è un male, quando lo si riconosce, quando si ha la consapevolezza dell’aforisma di Bacone. Mi viene ora in mente Storia perfetta dell’errore un testo di Roberto Mercadini che spiega questo concetto in modo romanzato.

Citando ancora una volta Harari, nel XIX secolo gli scienziati descrivevano i cervelli e le menti come se fossero motori a vapore, perché era la tecnologia più importante di quei tempi.

Benessere = Felicità? No!

È proprio qua che volevo arrivare. Non possiamo equiparare il campo tecnologico con la scienza in generale, eppure lo possiamo ritenere il suo primogenito. Oggi il complesso tecnologico è la maggior espressione della scienza. Anzi, mi correggo, è il risultato di una determinata direzione scientifica. Con questo vorrei focalizzare la mia critica non sul metodo scientifico ma sulla direzione del campo scientifico. E per questo ho voluto servirmi delle tesi di Popper. Ci sono ancora troppe persone che sono molto, molto lontane dal quadro generale del mondo, e alcune di queste istruiscono per mestiere.

Ho già scritto in passato della direzione artificiosa che ha preso la nostra civiltà, anche se la stessa civiltà potrebbe essere considerata una svolta artificiosa. Per non ripetermi riguardo al mio pensiero sul mondo tecnologico ti consiglio: Ho tutto ma sono triste: il fallimento del progresso tecnologico.

Un sistema materialistico che insegue una meta astratta

Il mondo umano di oggi vede come meta il progresso, ma molti umani si sono accorti che questo scopo ha innescato una regressione in altri campi, per alcuni molto più vitali. Per non venire nuovamente frainteso, non sono a favore del ritorno alla caverna. Ciò che critico è la direzione, lo scopo dello strumento chiamato scienza. Se il fine primario rimarrà sempre il profitto, la crescita economica, allora tutto il resto sarà di scarsa qualità. Se non ci sono mai i soldi per questo o quello, questo o quello non vedranno la luce, o saranno di scarsa qualità. Se il fine primario è qualcosa di astratto, tutto il concreto sarà di scarsa qualità.

Come ho scritto nell’articolo citato, la tecnologia odierna cerca di riparare ai problemi che ha causato la tecnologia di ieri, mette i cerotti alle ferite che essa stessa ha causato. Una persona a cui viene innestata una protesi robotica a seguito di un’amputazione, ringrazierà tutta la vita il progresso tecnologico. Tuttavia, se procede in un pensiero a ritroso, è stato lo stesso progresso tecnologico a produrre l’auto con cui si è schiantato.

Il progresso non deve tramutarsi in regresso, deve prendere una direzione diversa, e non perché lo dico io, parlano i fatti. Non rimarco la questione ambientalista come qualcuno potrebbe aspettarsi, perché non siamo così potenti da distruggere l’ambiente, il Pianeta. Più che altro lo abbiamo così estremamente modificato che l’unico effetto veramente importante è quello della propria autodistruzione. L’universo è equilibrio, e i fatti lo dimostrano sempre. Per ogni azione una reazione; lo possiamo osservare nella quotidianità della nostra singola e minuscola vita. Non serve scomodare i secoli o gli enormi cambiamenti climatici su cui possiamo discutere fino a domani se è colpa dell’uomo o no.

Non si possono cogliere frutti maturi in un ufficio

Da anni divulghiamo l’importanza dell’habitat rispetto alle scelte individuali, che sono figlie dirette del luogo in cui si vive. E se l’habitat è meccanico anche l’animale che lo abita sarà meccanico, prima nel pensiero e poi nelle azioni.

L’intelligenza che si sviluppa in un contesto pervaso dalla tecnologia tende ad essere altrettanto lineare, disabituata alla divagazione, poco incline al dubbio e alla messa in discussione dei dati di partenza (Liberi dalla civiltà).

Ho in mente da alcuni anni di scrivere un mastodontico articolo riguardo a come si sviluppa l’intelletto in un contesto tecnologico come quello odierno, specialmente quello dei bambini. Mi rendo conto però di non essere ancora all’altezza, e ogni anno continuo a rimandare questo lavoro. Prima o poi, però, avrai modo di leggerlo.

Mi auguro che questa spiegazione su Popper e sul falsificazionismo in particolare sia d’aiuto al singolo lettore, ad alimentare il suo pensiero autonomo. E se il cibo non è abbastanza, come promesso, in questo articolo potrà mangiare a sazietà: Il rapporto tra scienza e fede è molto più stretto di ciò che credi.

Il personaggio antispirituale: pensare positivo aiuta gli illusiLe 3 fondamentali domande esistenziali sulla vita.

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